Il maledetto migrante


                     






Presto la versione elettronica della 'raccolta di racconti del bloody migrant' sarà disponibile solo su Kindle

Il maledetto migrante si chiama come l'autore di queste storie ed è fuori di testa. Il mio omonimo se ne è andato in Inghilterra per vivere, stanco del Venezuela e intuendo che le meraviglie della rivoluzione chavista non erano per lui né per la sua famiglia. Non si vergogna di dire che gli succedono cose simili alle mie, e questi sono i suoi racconti. Purtroppo non é ancora tutto tradotto, anzi, quasi niente, quindi ho messo per primo l'unico racconto tradotto. Per gli altri racconti dovete cliccare sulle bandiere e trovare la lingua che capite meglio.

Il messaggero Carlos



Primo capitolo della serie “Il migrante maledetto”, in cui si racconta della morte e risurrezione di Fabrizio, e costituisce una preziosa opportunità per il lettore di venire a conoscenza dei messaggi che gli furono trasmessi dall’aldilà. Nasconde al suo interno il proposito meta letterario di farsi beffe degli avvocati britannici e soprattutto dei suoi giudici, ma il lettore non saprà mai come.Quello che si capirà sarà che cosi comincia la storia.





Non c'entra per niente con il maledetto migrante, ma sono io lo stesso, e l'ho messo qui perche non sapevo dove metterlo. Il pancione sempre si infila dapertutto, come vedrete, quindi non c'é niente di sorprendente che si sia messo anche quà.


L'impostore e la sua farsa


Capitolo in cui si racconta in modo comico l'arroganza dei capi di Fabrizio, l'omonimo di cui ho parlato prima e di cui non ripeterò le pazzie che gli capitano. Si dice che i personaggi siano basati sulla realtà, ma tutto è una grande invenzione, tranne le cose vere, che nessuno sa quali siano.

Il mostro Zamani.




Capitolo in cui si parla del mostro Zamani, che al principio della vicenda appare completamente fuori di testa, ma poi si scopre che c’è un’altra “mostra”, perfino piu’ malvagia di lui.

Però, in realtà, questo racconto non appartiene a questi mostri, ma a Fabrizio, omonimo dello stesso autore, anche lui matto, il quale deve vedersela con queste creature che gli sono toccate in sorte, e ha deciso di dedicare questo racconto a tutti i lavoratori con spirito alla Don Chisciotte, impegnati nei servizi sociali, che sono tanti, ma non abbastanza.



Capitolo breve in cui si racconta ciò che accadde il giorno in cui quell’attaccabrighe di Fabrizio, uno dei tanti immigrati insensibili di quelli che si trovano in Inghilterra, cortesia della rivoluzione bolivariana, ebbe a che fare con un prepotente che lo raggirò proprio come lui raggira gli altri. La cosa peggiore è che questa storia è vera, anche se non è successa, perché in realtà è andata in un altro modo. Dunque, se Fabrizio si barcamena con un “mamostà” come questo, due domande bastano per scrivere un racconto intero.



Delitto senza castigo.


Dostoevsky ha scritto "Delitto senza castigo", quindi questo capitolo parla di qualcos'altro che è simile ma non uguale, e non solo perché non c'è castigo ma perché a Fabrizio non fa bene sentirsi così colpevole come il povero Raskolnikov, quindi ha deciso di scrivere di più sulla giustificazione che sul crimine che il lettore potrebbe considerare giustificato. Congratulazioni per aver letto questo senza capire niente, perché per capirlo bisogna leggere la storia di questo dannato immigrato che confonde tutto.

Paura e voglia di biscotti


Questa storia non è un racconto, ma un post che Fabrizio ha pubblicato su Facebook tempo fa. Non ha niente a che fare con le avventure del pazzo dei racconti precedenti, che ama inventare storie, anche se tutti sappiamo che in ognuna di esse c’è sempre un fondo di verità. Però qui supera sé stesso con la sua propensione a plagiare la realtà al punto che assolutamente tutto ciò che leggerete è vero. Originalmente non era parte della serie del maledetto migrante, ma Isabella, che ha tradotto tutto in italiano, ha tradotto anche questo, quindi Fabrizio, quello vero, ha messo tutto qui.

Incontro con la Dea



Questa storia non c'entra per niente, neanche questa, con il maledetto migrante, ma da qualche parte dovevo metterla, quindi l'ho messa qua. 










Questa storia è un po' cruda, e la gente soffre molto leggendola, quindi è meglio non leggerla a meno che non si voglia arrivare alla fine, perché alla fine si scopre che ci sono ragioni per la speranza, anche se le ragioni le ha costruite il protagonista nella sua testa, ma non importa perché alla fine si può vedere la luce dall'oscurità.

Uvas y desventuras


Qualcuno mi ha convinto che uno dei racconti, "Delitto senza castigo", fosse troppo lungo. Così ho deciso di rimuovere alcuni paragrafi che descrivevano la sofferenza del fattorino. Questi paragrafi, nati con difficoltà, li ho poi riuniti in un racconto ancora più veritiero di "Delitto senza castigo". Inizialmente, non avevo intenzione di pubblicarlo qui, ma Isabella, la traduttrice, dice che è tutto bellissimo. Quindi, ho deciso di pubblicarlo qui e ora attendo che qualcuno mi dia un consiglio su come procedere.



























Racconti di Fabrizio Macor


Chi sono? 
Sono un residente virtuale di Palermo che scrive racconti. Mi trovate alla biblioteca di Booq e al cre.zi.plus o a Moltivolti, ma solo quando piove. 

Tradotti da Isabella Pettine

Chi é? Boh, lei e apparsa un giorno nell' ostello dove abitavo e da dove mi hanno cacciato via, e abiamo avuto una discussione che non ricordo, ma sicuramente lei aveva ragione, anche se lei dice di no, ma non mi vuole dire cos'era, allora dovrete aspettare a che il libro sia publicato e li spiega tutto.

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